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"'L'inizio sicuro di un poeta nuovo'aveva definito Maurizio Cucchi il libro d'esordio dello svizzero Pierre Lepori, che riserva alla poesia la sua voce più lancinante. In questo libro sfilano i volti dei passanti, le emozioni di una performance coreografica, lo choc provato nell'incontro con l'architettura dello Judisches Museum di berlino. In una lingua alta, percorsa da clangori e franamenti, 'Strade bianche'tesse una fragile ma implacabile litania dei giorni, con un'attenzione spasmodica al linguaggio del corpo e alla poetica dei 'tempi deboli' del cineasta francese Raymond Depardon, senza dimenticare l'angoscia di fronte a eventi quali l'esilio e la shoah."